lunedì 1 giugno 2015

[Recensione] Terramare -5- I Venti di Earthsea - Ursula K. Le Guin


Titolo: I Venti di Earthsea
Serie: Terramare vol. 5
Autore: Ursula K. LeGuin
Editore: Mondadori
N° Pagine: 1486 (volume unico)
ISBN-10: 8804626410
Genere: Heroic fantasy







Alder, uno stregone il cui talento è riparare oggetti, è tormentato da incubi spaventosi. In questi incubi si trova nella “Terra Arida”, il luogo dove vagano le anime dei morti, su una piccola collina ai piedi della quale si erge il muro di pietre che tiene i morti nel loro mondo. Oltre il muro, tra le anime dei morti, c’è anche sua moglie Giglio, che lo chiama e lo implora, insieme alle altre anime, di liberarla.
Distrutto dal dolore e dalla paura, Alder si reca da Sparviero, visto che l’ex arcimago aveva attraversato quella terra in passato, ma Sparviero non può aiutare lo stregone e lo rimanda a Re Lebbanen, che ha attraversato la Terra Arida insieme a Sparviero.
Alder si reca così alla corte del Re, dove trova anche Tenar e Therru. Il Re è preso tra due fuochi, ad ovest i draghi stanno attaccando le città degli uomini, mentre ad Est il regno di Karg ha inviato la sua principessa come sposa al Re, praticamente obbligandolo ad accettare il matrimonio per evitare la guerra aperta.

Il gruppo, dopo aver parlamentato con un drago, decide di recarsi sull’isola di Roke, poichè sembra che l’ira dei draghi e la liberazione dei morti siano collegati, e solo nel Bosco Immanente, considerato il centro di ogni potere di Earthsea, potranno trovare una risposta e scoprire il grande torto che gli uomini hanno fatti ai draghi.




L’ ultimo libro del ciclo di Terramare mette da parte il suo protagonista principale, Ged/Sparviero, per allargare lo sguardo al mondo di Earthsea, alla sua strutturazione, alla convivenza dei suoi popoli e alla sua creazione.
In questo libro viene data grande importanza anche ai sogni e al subconscio, tramite i quali le anime dei morti riescono a comunicare con i vivi, tramite Alder infatti riescono a far capire la loro pena nel falso aldilà.
Il tocco gentile dell’autrice è presente anche in questo libro, non più come tecnica di scrittura, ma in senso più “fisico”, quasi impersonandosi nel gattino che Ged regala ad Alder. Rimane comunque inalterato lo stile della Le Guin, sia come lentezza nel procedere nella trama, sia come piacere nella lettura, con ottime descrizioni soprattutto psicologiche, che penetrano e vanno a sempre toccare le corde corrette per emozionarci.
Nota positiva sul finale, molto bello e toccante e che chiude in modo definitivo la saga.

L’unica nota negativa riscontrata anche in quest’opera sono alcune sezioni un po’ pesanti o eccessivamente lente.






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