giovedì 9 luglio 2015

[Recensione] Pern 3 - Il Drago Bianco - Anne McCaffrey



Titolo: Il Drago Bianco
Serie: Pern vol. 03
Autore: 
Anne McCaffrey

Editore: Fanucci
N° Pagine: 418
ISBN-10: 
8842910082
Genere: Fanstasy/sci-fi




Da quando ha imposto lo schema al drago bianco Ruth, il futuro di Jaxom è incerto. Non può diventare dragoniere, ma sogna di volare a combattere i Fili, non può diventare Signore della Fortezza, perché ancora troppo giovane e senza esperienza.
Ma Jaxom è un ragazzo intraprendente e quando i dragonieri del continente meridionale rubano un uovo di drago regina da una covata del Weyr di Benden, il giovane, con l'aiuto di Ruth e delle lucertole di fuoco, parte per una segreta missione di recupero, sventando così una guerra fratricida tra dragonieri.
Grazie al suo coraggio e anche alla sua avventatezza, presto Jaxom vedrà pian piano realizzarsi i suoi obiettivi, finendo addirittura per esplorare il grande continente meridionale di Pern, scoprendone pian piano i segreti celati da millenni.



L'autrice lascia i protagonisti dei libri precedenti, ormai maturati, per narrare le gesta di un giovane e del suo drago bianco, unico nel suo genere.
Ben presto scopriamo che il drago è un pessimo comprimario con cui Jaxom non dialoga nemmeno, limitandosi a scambiare qualche frase qua e la o a dargli solo ordini. Nonostante sia trattato come una cagnolino, il drago rimane sempre pieno di sé all'inverossimile.
Jaxom non è da meno, disobbedendo spesso (sempre) agli ordini ricevuti, mettendo in pericolo la sua vita (e con essa l'equilibrio politico di Pern) e quella del drago per buttarsi in situazioni avventate. Peccato che le conseguenze per il ragazzo siano sempre positive, il che lo porterà a reiterare il suo comportamento senza conseguenza alcuna, anzi, addirittura ricevendo dei complimenti.
Velo pietoso sulla vita sentimentale del giovane, che sfrutta una ragazza solo per far vedere che può conquistare il gentilsesso e dimenticandola totalmente, come se non fosse mai esistita, appena ne vede un'altra che attira il suo interesse (anche qui senza alcuna conseguenza, la prima scompare totalmente dal libro).
Dimenticati anche altri personaggi che avevano in sospeso delle sotto-trame, spariti totalmente dal mondo.
Il resto dei personaggi ha il solito spessore di una pozzanghera, buttati li a casaccio solo per fare numero. L'unico che si salva è il Maestro Arpista, minimamente descritto e sfaccettato.
Presenti in ogni scena le lucertole di fuoco, che da simpatici esserini da compagnia diventano una vera e propria piaga sia per i personaggi che per il lettore, costretto ogni volta a leggere righe e righe inutili di pigolii e volteggi.
La trama poi è inesistente, quello che sembra essere un romanzo di formazione in realtà non lo è e si va a incagliarsi in avventure per nulla emozionanti (wow dei reperti archeologici! scaviamo!) oppure in situazioni già viste in precedenza, utili solo per trascinare avanti la narrazione.
È un vero peccato vedere un'altra opportunità per un ottimo libro gettata al vento (o in pasto ad un drago in questo caso).



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