venerdì 31 luglio 2015

[Recensione] L'Apprendista Assassino - Robin Hobb



Titolo: L'Apprendista Assassino
Serie: Lungavista vol. 1

Autore: Robin Hobb
Editore: Fanucci
N° Pagine: 
ISBN-10: 8842914339
Genere: Low Fantasy










All'età di sei anni, il ragazzo venne portato ad un avamposto reale e affidato ad una guardia, presentato semplicemente come il figlio bastardo del principe Chevalier.
A causa di questo fatto, il principe ereditario Chevalier, riconoscendo davvero il ragazzo come suo figlio, decise di abdicare e ritirarsi dalla scena nobiliare e pubblica, sia per evitare scandali che per proteggere il figlio.
Il ragazzo venne quindi affidato allo stalliere Burrich, un fedele servitore di Chevalier, e portato a Castelcervo, sede del potere del regno dei Sei Ducati.
Qui il ragazzo, Fitz, comincia il suo addestramento come stalliere e scopre ben presto che la sua capacità di saper leggere la mente e lo stato d'animo degli animali non è per nulla una cosa normale. Spirito, lo chiama Burrich, una cosa pericolosa che in passato ha già portato i possessori di questa abilità sull'orlo della follia, facendoli diventare più animali che uomini.
Fitz diventerà un fedele uomo del Re, addestrato nelle armi, istruito nelle materie letterali e matematiche e infine diverrà anche l'apprendista di Umbra, l'assassino di corte.
Nei Sei Ducati, nel frattempo, arriva una grande minaccia: i Pirati dalla Nave Rossa, che cominciano a rapire persone per poi restituirle come gusci vuoti, private completamente dalla loro umanità.
Re Sagace deve quindi fronteggiare i Pirati e nel frattempo mantenere la pace nel regno, ma gli intrighi di corte sono oscuri e intricati e ben presto Fitz si renderà conto che i Pirati non sono l'unico nemico del regno e che lui è un solo pedone di una grande e complessa scacchiera.




Una scrittura scorrevole e una storia emotivamente complessa sono le solide basi su cui poggia la prima opera di Robin Hobb.
La narrazione in prima persona, raccontata da Fitz, immedesima il lettore nel protagonista e ne rende più vivide le emozioni. Ne seguiamo così la crescita, momenti felici e momenti tristi, momenti spensierati e momenti cupi, legandoci a lui come lui si lega ai suoi amici animali. L'autrice non si preoccupa di creare un eroe invincibile, Fitz fallirà spesso nei suoi intenti. Questi fallimenti però sono una grande vittoria letterale, poiché conferiscono al personaggio una grande umanità.
Gli eventi narrati si susseguono sempre visti attraverso la lente di Fitz. Non ci sarà quindi la guerra contro i Pirati dalle Navi Rosse, ma ne sentiremo la minaccia perché Fitz sente i pettegolezzi a Castelcervo e li perderemo di vista quando il ragazzo sarà indaffarato in altro, per poi sentir parlare di loro nuovamente più avanti.
La Hobb riesce a gestire questo stile mantenendo una trama semplice, ma ben caratterizzata, intrecciando così numerosi filoni narrativi con grande semplicità e passando da uno all'altro con una naturalezza disarmante.
Di grande importanza saranno i legami emotivi che Fitz intreccierà con i vari personaggi, dall'irrangiungibile Re Sagace al difficile rapporto con Burrich, figura metà paterna e metà insegnante, ai suoi incompresi sentimenti verso l'amica Molly.
Un fantasy quindi molto più calmo e riflessivo rispetto al violento "action/fantasy" degli ultimi anni, che suscita emozioni diverse e profonde.




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