martedì 4 agosto 2015

[Recensione] L'Assassino di Corte - Robin Hobb




Titolo: L'Assassino di Corte
Serie: Lungavista vol. 2

Autore: Robin Hobb
Editore: Fanucci
N° Pagine: 790
ISBN-10: 
8834711971
Genere: Low Fantasy












Il regno dei sei ducati è sempre più in pericolo. Re Sagace è profondamente malato e viene segregato nelle sue stanze, debole e con la mente offuscata.
Veritas è perennemente occupato alla difesa del regno dagli attacchi dei pirati dalle navi rosse, che si fanno sempre più audaci e combattivi.
Kettricken, la nuova moglie di Veritas, è trascurata dal marito e si ritrova in un ambiente a lei sconosciuto con usanze a lei ignote.
Regal trama nell'ombra, portando dissidio nel regno per i suoi scopi e aumentando la distanza tra i due ducati interni rispetto ai quattro delle coste.
Tutto ciò sembra poggiare sulle fragili spalle del giovane FitzChevalier, che deve destreggiarsi nei suoi doveri verso Sagace e Veritas, evitare le trappole di Regal e portare avanti il suo rapporto con Molly.
Fitz si vedrà impegnato in miriadi di situazioni, dal combattere i pirati, al corteggiare Molly, a decifrare gli strani indovinelli del Matto, a escogitare piani con Umbra e straordinariamente troverà anche il tempo di allevare un cucciolo di lupo, con il quale intreccerà uno strano rapporto di amicizia.




È incredibile come la Hobb sia riuscita a costruire e intrecciare una miriade di eventi aventi tutti Fitz come cuore pulsante. Tutto ruota intorno al ragazzo, alle sue decisioni, alla sua vita. Catalizzatore lo chiama il Matto ad un certo punto, poiché da Fitz, più di tutte le altre persone, si snodano innumerevoli sentieri di possibili futuri, ognuno dettato da una sua decisione, giusta o sbagliata che sia.
E di decisioni il ragazzo dovrà prenderne tante, spesso frustranti, spesso spiacevoli, spesso difficili. Saranno pochi i momenti felici della sua sfortunata vita, ma quei pochi momenti e la sua volontà lo porteranno sempre ad avanzare passo per passo.
Se nel volume precedente la Hobb doveva descrivere luoghi e personaggi, stavolta si è completamente dedicata alla crescita, fisica e psicologica del protagonista. Una limitazione? Forse, forse per altri scrittori, ma non c'è una pagina, in tutta questa lunga opera, che non valga la pena di essere letta. Il lettore si troverà a sua volta invischiato negli intrighi di Castelcervo, a lottare sulle coste del regno, a fare il tifo per Veritas, a languire per re Sagace, a chiedersi se questa o quella decisione di Fitz sia quella migliore in quel momento o a sperare che ci siano i risultati sperati una volta che la decisione è presa.
L'intereccio e l'immedesimazione sono ancora i punti forti del libro e raggiungono stavolta i massimi livelli, ancor più che nel volume precedente.
L’unica nota negativa va alla traduzione, a tratti tentennante e con tempi verbali spesso sbagliati (“Quando venivano a prendermi, avrei dovuto combattere?”).



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