giovedì 19 novembre 2015

[Recensione] La Storia Infinita - Michael Ende

Titolo: La Soria Infinita
Autore: Michael Ende
Editore: Tea
N° Pagine: 436
ISBN-10: 
8850219865
Genere: Young fantasy/romanzo di formazione















In una brutta giornata d’autunno, Bastiano Baldassarre Bucci, di circa 11 anni, grassottello e con le gambe storte, si rifugia in un negozio di antiquariato per sfuggire ai bulli che lo perseguitano a scuola. Qui, attirato da un impulso irresistibile, ruba un libro intitolato “La Storia Infinita” e scappa nella soffitta della sua scuola, dove comincia a leggere.
La Storia Infinita parla di un Paese immaginario di nome Fantàsia, un mondo dalle mille avventure e abitato dalle più strane e magiche creature. Ma Fantàsia è in pericolo, il Nulla sta divorando tutto, come un tarlo inarrestabile, aprendo buchi di niente che fanno scomparire tutto.
Questa catastrofe è collegata alla malattia dell’Infanta Imperatrice, sovrana di Fantàsia e centro del suo essere. Solo guarendo l’Imperatrice si guarirà di conseguenza anche tutto il mondo. La salvezza dell’Imperatrice è affidata al giovane Atreiu, un cacciatore delle grandi praterie, il quale partendo per una lunga ricerca, attraverso posti inospitali e affrontando grandi pericoli dovrà scoprire l’unico modo per salvare tutta Fantàsia.
Bastiano, intanto, si rende conto che il libro che sta leggendo è un libro magico e ben presto si troverà personalmente invischiato nelle avventure di Fantàsia, entrando lui stesso nel libro e quindi nel mondo di fiaba.
Qui anche lui dovrà fare un lungo viaggio, ma sarà avvantaggiato dal potere conferitogli dall’ Infanta Imperatrice, che gli permetterà di plasmare Fantàsia secondi il suo volere. Ma ogni volta che utilizzerà questo potere, Bastiano perderà un po’ dei suoi ricordi, rischiando di dimenticare il suo mondo, la sua famiglia e anche sè stesso. 



E’ difficile giudicare un libro come La Storia Infinita da adulti. Il libro è evidentemente pensato per bambini di circa 10-11 anni, basta vedere l’età del piccolo Bastiano e di Atreiu, i due principali protagonisti, o la semplicità del lessico. 
Entrambi i ragazzi si vedono costretti dalle circostanze a compiere un viaggio alla ricerca di qualcosa, ma se Atreiu ha un obiettivo chiaro (salvare Fantàsia), quello di Bastiano è molto più profondo, personale e, a conti fatti, più difficoltoso.
Questo si riflette sulla scorrevolezza della lettura, molto più leggera la prima parte rispetto alla più pesante seconda parte.
Un tema fondamentale trattato dall’autore è la fantasia, che non è vista semplicemente come la facoltà di immaginare cose che non esistono, ma, tramite essa, l’uomo può plasmare la realtà, creando passato, presente e futuro di qualcosa. Metafora, forse, dell’atto creativo di uno scrittore che con il suo lavoro crea nuovi mondi, nuove persone, nuove situazioni e quindi di una nuova parte di Fantàsia, il mondo che non ha confini.
Non a caso, i due mondi (quello reale e Fantàsia) sono strettamente correlati tra loro e simbolicamente rappresentati dai due serpenti che si mordono la coda. Come si legge nell’opera, mentre il Nulla divora Fantàsia, i suoi abitanti si riversano nel mondo reale, diventando bugie o cattive azioni che a loro volta alimentano il Nulla in un circolo vizioso.
Altro concetto trattato da Ende sono i desideri e i ricordi. Che cos’è la fantasia se non la creazione di qualcosa tramite un desiderio? Ma per avere desideri bisogna avere un passato e conoscere la propria identità, infatti i desideri di ognuno sono diversi e dettati dalle proprie esperienze passate. Bastiano, man mano che esprime desideri, perde parte dei ricordi, e perdendo ricordi perde anche il suo scopo (tornare a casa), la volontà di farlo e soprattutto perde la sua capacità di inventarsi storie per plasmare Fantàsia.
Ma bisogna fare attenzione a cosa si desidera, Bastiano viene man mano attratto dal potere, diventando sempre più arrogante, guadagnando fama e ricchezza, ma perdendo una cosa molto importante, l’unica che alla fine può salvarlo: l’amicizia di Atreiu.
Ma la fantasia come atto di creazione, come la scintilla che ci rende più simili a Dio, è solo uno dei significati nascosti che Ende ha racchiuso nella sua opera, vero e proprio romanzo di formazione.



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