lunedì 23 novembre 2015

[Recensione] Le Spade dell'Imperatore - Brian Staveley

Titolo: Le Spade dell'Imperatore
Serie: Trono Incompiuto vol. 1
Autore: Brian Staveley
Editore: Gargoyle
N° Pagine: 619
ISBN-10: 8898172532
Genere: Epic Fantasy




Autore recensione: Beps









Un mondo duro, crudele, dove l'imperatore di Annur, che mai conosceremo, è il diretto discendente della dea del sole Intarra. I veri protagonisti però sono i tre figli dell'imperatore: Adare, Kaden, Valyn.
All'età di 8 anni i figli maschi vengono spediti agli estremi opposti del mondo per la loro crescita e la loro istruzione. 10 anni è la durata del loro addestramento e solo allora il padre potrà richiamarli in patria. 8 anni sono passati dalla loro partenza.
Kaden, erede al trono, viene istruito in un monastero sperduto tra fredde montagne. Un addestramento fatto di privazioni, punizioni violente al limite del sadismo, il tutto fatto per insegnarli antiche tecniche di meditazione..
Valyn, si trova ad addestrarsi nel corpo militare d'elite dell'impero: i Kettrel. Questo antico corpo militare, il piu' letale di Annur, ha la peculiarità di avere al proprio servizio i Kettrel (da cui prendono il nome), delle aquile enormi che possono essere cavalcate. L'addestramento anche qui è fatto di esercitazioni al limite dell'umano il tutto per preparare i giovani alla temibile prova di hull, prova che se superata trasformerà i cadetti in veri soldati.
L'addestramento di Valyn, invece, è interrotto di una da una tremenda notizia. Il padre, l'imperatore, è stato assassinato e un complotto vuole sterminare tutta la discendenza.




Romanzo di esordio di Brian Staveley e che esordio!
Il libro è scritto con i soli tre POV (Point Of View, cioè punti di vista) dei tre personaggi principali. Tre fratelli per essere precisi, tre fratelli disposti agli angoli opposti del mondo creato dall'autore.
Come ogni Fantasy ambientato in mondo nuovo ti aspetti sempre che l'inizio sia ostico. Nomi nuovi, posti nuovi, mitologia nuova. Invece Staveley mette subito un glossario all'inizio del libro per spiegare le divinità del suo mondo, una bella mappa (quanto gradisco le mappe nei fantasy) e dopo un breve prologo il libro parte, nel senso che posarlo è davvero difficile.
Capitoli non lunghi ma nemmeno corti, spesso alternando i personaggi e furbamente chiusi in una maniera che è difficile non proseguire con il successivo (così dici, dai finisco un capitolo e metto giù e invece alla fine succede sempre qualcosina che ti costringe a proseguire).
Il libro parte veloce ed  è subito amore a prima vista. Seguire la storia dei tre fratelli così distanti e soprattutto diversi tra loro, seguire la crescita dei ragazzi le difficoltà ti fa entrare in piena simbiosi con le loro storie, le loro preoccupazioni, le loro vicende.
Tra complotti, misteriosi assassini, fughe e addestramenti al limite dell'umano ci si troverà dopo poche pagine a respirare un mondo bellissimo fatto di luoghi fantastici e terrificanti, cercando di capire chi si cela dietro alla figura dell'antagonista. Il male sta tornando, il male che doveva essere estinto da millenni ha ripreso piede nell'impero di Annur e nessuno è più al sicuro.
Come dicevo il libro (più di 600 pagine) vola leggero in pochi giorni e alla fine ci si troverà a maledire il fatto che il seguito (già pubblicato in inglese) non sia stato ancora tradotto.
Fantasy d'esordio brillante, una scrittura mai banale e matura che non disdegna un linguaggio adulto e che ripropone la durezza di Abercrombie; un mondo costruito nel dettaglio con miti e leggende divine, con un sistema di magia originale e luoghi descritti nei particolari che ricorda molto lo stile di Sanderson; complotti di corte dove il sorriso è solo di facciata e dove diverse sono le trame da cui doversi guardare un po come Martin e il suo Trono di Spade. Insomma un bellissimo mix di situazioni che metterà il sorriso agli amanti del fantasy






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