lunedì 28 marzo 2016

[Recensione] Hyperion - Dan Simmons







Titolo: Hyperion
Serie: I Canti di Hyperion – Primo volume
Editore: Fanucci
N° Pagine: 519
ISBN-10: 9788834727119
Genere: Fantascienza









Siamo in futuro lontanissimo, la Terra è stata distrutta, ma l’umanità ha praticamente conquistato tutto lo spazio. Tecnologie superavanzate permettono all'uomo non solo di viaggiare a velocità assurde per lo spazio, ma anche di teletrasportarsi tra diversi mondi.
In questo contesto (che non verrà mai spiegato per filo e segno) un pianeta è il centro di attenzione delle tre forze principali presenti nelle galassie. Gli umani (egemonia), le IA e gli Ouster
Hyperion appunto, è il pianeta anomalo in cui delle forze misteriose operano al di fuori dagli schemi: le Tombe del Tempo e lo Shrike. Quest'ultima è un'entità simildivina su cui è fondato il culto della chiesa dello Shrike, un entità capace di apparire e far sprofondare nel caos l’intera esistenza stessa.
Assistiamo quindi al pellegrinaggio di sette personaggi sul piante Hyperion. Il Console, il padre cattolico Lenar Hoyt, il colonnello della Force Fedmahn Kassad, il poeta Martin Sileno, lo scienziato Sol Weintraub, l’investigatrice privata Brawne Lamia e il Templare Het Masteen
Sette uomini/donne apparentemente slegati tra loro che si trovano insieme per affrontare tutti lo stesso destino.





Tutto mi sarei aspettato tranne quello che ho appena finito di leggere.
Hyperion non è un semplice libro di fantascienza, è, a mio modesto parere, un classico, uno di quei libri che se le nostra scuole fossero serie farebbero leggere obbligatoriamente.
Libro scritto nel 1989 eppure tremendamente attuale.
L’impatto con la storia è disorientate, pronti via dopo aver letto il prologo mi stavo domandando cosa cavolo stavo leggendo. Simmons nelle prime pagine bombarda il lettore con termini e situazioni senza dare alcuna spiegazione. Inutile dire che sono tornato sul prologo almeno una decina di volte e solo alla fine mi è parso chiaro il primissimo capitolo.
il libro in realtà si rivela come in una sorta di decamerone moderno dove tutti i protagonisti si ritrovano a raccontare la loro storia, a mettersi a nudo uno di fronte all'altro, perché per ognuno il pianeta Hyperion è un punto di arrivo e non ritorno.
Il libro di per sé di lineare non ha nulla, la storia principale, il viaggio dei pellegrini verso le Tombe del Tempo non prenderà più di 100 pagine totali, il succo del libro sono le storie dei protagonisti, protagonisti che all'inizio della lettura sono semplici nomi vuoti, per prendere forma reale man mano che i loro drammi verranno raccontati
L’uomo che si lamentò di dio
Gli amanti di guerra
Canti di Hyperion
Il fiume Lete sa d’amaro
Il lungo addio
Ricordando Siri
Sei racconti, sei personaggi, sei drammi scritti con uno stile e una prosa unica (perché non sette? spoiler, spoiler...).
Simmons cambia modo di scrittura a seconda del narratore in maniera così esagerata che sembra di non leggere lo stesso autore. Sei racconti che dire capolavori non renderebbe l’idea, Sei racconti che vanno a toccare le corde più profonde dell’animo umano, tutte contestualizzate in questo futuro dove l’idea del tempo, della morte si fonde con una tecnologia fuori dal tempo e dalla fantasia
Qua mi fermo anche perché non saprei più cosa scrivere, nel senso che mi sento così piccolo nei confronti di quello che ha scritto Simmons che non saprei più descriverlo o commentarlo.
Lettura complessa, impegnata e non per tutti
Ultima nota: il libro non ha una fine. Finisce sul più bello e quindi ora è assolutamente necessario che trovi il secondo volume (la caduta di Hyperion)



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