giovedì 17 marzo 2016

[Recensione] La Nave del Destino - Robin Hobb


Titolo: La Nave del Destino
Serie: Borgomago vol. 3

Autore: Robin Hobb
Editore: Fanucci
N° Pagine: 816
ISBN-10: 8834714695
Genere: High Fantasy (?)


*** ATTENZIONE, contiene spoilers dei volumi precedenti ***









La famiglia Vestrit è più divisa che mai. Ronica deve combattere per il nome della propria famiglia in una Borgomago in guerra, dove le fiamme dei roghi illuminano la notte e i combattimenti, anche tra vicini di casa, sono all’ordine del giorno.
Althea è alla ricerca di Vivacia (ancora nelle mani del pirata Kennit) e insieme a Brashen ed Ambra, naviga sul restaurato Paragon verso le Isole dei Pirati.
Keffria è a Trehaug, la città tra gli alberi sul Fiume delle Giungle della Pioggia, disperata per aver perso i figli nel tremendo terremoto che ha scosso la regione.
Malta, fuggita dalla città sepolta con il Satrapo Cosgo, cerca di tornare alla civiltà e salvare la vita al giovane sovrano, ma dovrà combattere innumerevoli battaglie e diventare una donna a tutti gli effetti.
Selden e Reyn, intrappolati nella sala del Gallo Incoronato, riescono infine a liberare il drago Tintaglia dal suo bozzolo, cambiando per sempre il mondo.
Nel frattempo, Kennit, Wintrow, Etta e Vivacia sono in un continuo vortice emozionale, causato anche dalla scoperta di Vivacia del vero mistero dei velieri viventi, che stravolge completamente la sua identità.
I serpenti marini invece si risvegliano dal loro torpore grazie all'arrivo di Colei Che Ricorda, ma i ricordi dati dalla creatura fanno solo dannare il groviglio di Maulkin: il mondo è troppo cambiato e senza un aiuto esterno, è impossibile trovare la strada verso i terreni di riproduzione.


Partiamo subito con l’unico difetto del libro: il primo 20-30% è una noia mortale. Non succede niente, tutti i personaggi si piangono addosso per le loro disgrazie e sembra non esserci via d’uscita. Con lentezza esasperante, vista la mole dell’opera, la Hobb riesce poi a riprendersi e qui comincia la vera lettura. I personaggi ormai li conosciamo bene e nessuno viene lasciato indietro. Tra avventure, disastri e capovolgimenti, tutti arrivano al loro capolinea, senza dover rimpiangere le scelte dell’autrice. Si, perché il finale da un senso di soddisfazione, tutti i pezzi del grande puzzle che è la trama di questa trilogia sono al posto giusto e si incastrano perfettamente... Ma allora perché quel senso di nostalgica incompiutezza? Quella voglia di leggere ancora le avventure di queste persone? Perché l’autrice è riuscita a creare una situazione devastante per il suo mondo, dei cambiamenti epocali sono in atto e sappiamo per certo che le vite dei protagonisti non si fermano con l’ultima pagina, che saranno di nuovo al centro di questi cambiamenti, e, ormai affezionati a loro come solo la Hobb sa far affezionare ai suoi protagonisti, vogliamo di più.
Un’ottima opera, originale, ambiziosa e profonda, basata, similmente alla trilogia dei Lungavista, sull'importanza del legame con la famiglia e di lottare, sempre e comunque, contro ogni avversità, trovando il proprio posto nel mondo.




Paragon e Ambra

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