mercoledì 27 aprile 2016

[Recensione] La Furia dell'Assassino - Robin Hobb





Titolo: La Furia dell'Assassino

Serie: Uomo Ambrato vol. 2
Autore: Robin Hobb
N° Pagine: 607
ISBN-10: 
8834715535

Editore: Fanucci
Genere: Low Fantasy













E così Fitz torna a Castelcervo, impigliandosi di nuovo in quella ragnatela di intrighi e politica conosciuta durante l'infanzia. Eccolo di nuovo accanto ad Umbra, al misterioso Matto/messer Dorato, alla regina Kettriken e al principe Devoto, nel duro lavoro di portare avanti il regno dei Sei Ducati. La situazione del regno non è delle migliori: la minaccia dei Pezzati si è affievolita, ma è ancora presente; Borgomago, in guerra con Calched chiede aiuto; la fragile pace con le Isole Esterne rischia di andare in frantumi se Devono non sposerà la "principessa" degli isolani.
Oltre a tutto ciò, Fitz deve fare i conti con innumerevoli problemi personali, tra i quali prendersi cura del figlio adottivo Ticcio e la sua strana relazione con Jinna.



Questo libro provoca emozioni contrastanti. La prima metà dell'opera è monotona e noiosa, non succede quasi nulla se non la presentazione di qualche nuovo personaggio secondario o il lento ingarbugliarsi delle relazioni sentimentali di Fitz (strano, vero?). Sarà che stavolta l'autrice ha esagerato inserendo troppi fili da seguire tutti contemporaneamente, oppure sarà l'ambientazione stazionaria (non si esce mai da Castelcervo o dal Borgo) che rallentano molto il proseguo della storia.
La vera lettura parte da metà esatta, quando finalmente le varie sottotrame cominciano a dipanarsi, a intrecciarsi nuovamente in modo inaspettato pagina dopo pagina e finalmente l'autrice comincia a fare sul serio. Questi fatti si legano perfettamente con gli eventi della prima trilogia di Fitz e con la successiva trilogia di Borgomago (di cui si consiglia vivamente la lettura per non cadere in spoiler esagerati) e gettano formidabili basi per il terzo e ultimo libro della serie, che si prospetta eccezionale.
Come al solito, la Hobb eccelle nel suscitare forti emozioni nel lettore, dolore, gioia e rabbia (soprattutto verso Fitz, quando arriva quel momento in cui, con le lacrime agli occhi, si comincia a gridare "DIGLIELO FITZ! DIGLIELO!"). Ormai lo stile dell'autrice lo conosciamo, è in grado di avviluppare tutti i sensi del lettore all'interno della sua opera e di rendere appassionante anche un capitolo dove c'è solo un lungo dialogo tra Fitz e Umbra.
Peccato veramente per la prima parte che taglia le gambe all'opera, altrimenti sarebbe stata eccelsa sotto ogni punto di vista.





La seguente recensione è a cura di Beps

Tanta carne al fuoco, peccato che sembra troppa e tenda a non cucinarsi mai, il secondo volume della trilogia dell'Uomo Ambrato è un libro di passaggio.
Fitz, ormai sempre più nei panni dello Striato è ormai di casa a Castelcervo e questo tende a rendere statico l'intero libro.
Certo di cose ne succedono, ma non smovuono mai la situazione come era avvenuto negli altri libri.
Inoltre il libro soffre di due grandi difetti: Occhi-di-notte e il Matto. Il primo era un compagno da ormai 3 libri e la sua mancanza pesa in questo enormemente. Manca la sua ironia, la sua saggezza.. Fitz è già un uomo segnato da mille tragedia e scuro di suo e il lupo era la luce nella sua oscurità. Con il Matto la storia è diversa perché causa un litigio tra i due è praticamente assente.
Il libro quindi vede Fitz affrontare tutta una serie di situazioni da solo e nonostante ci siano Umbra e Devoto, questi non hanno il carisma e la presenza enorme che avevano il Profeta Bianco e il lupo.
Sono moltissime inoltre le informazioni sulla "mitologia dei Sei Ducati" che la Hobb in questo libro rivela (sicuramente dopo questo volume la curiosità di leggere la trilogia di Borgomago è tanta), il fatto è che tutte queste informazioni muovono poco...
Dopo una prima parte troppo lenta il libro migliora sensibilmente man mano che si va avanti, insomma una lenta preparazione a gonfiare tutto quello che conterrà il Destino dell'Assassino.
I difetti del libro però non tolgono la bellezza della lettura e la curiosità che una maestra come Hobb sa scatenare con le sue parole..





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