venerdì 20 marzo 2015

[Recensione] 22/11/'63 - Stephen King




Titolo: 22/11/'63
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
N° Pagine: 767
Data di pubblicazione: 02/10/2012
ISBN-10: 8866215074
Genere: Storico
Jake Epping ha sempre avuto una vita normale, fino al giorno in cui ricevette una telefonata da Al Templeton, gestore di una piccola tavola calda dove Jake pranzava spesso. Recatosi al ristorante, Jake trovò Al incredibilmente invecchiato rispetto al giorno prima. Com'è possibile che una persona invecchi di anni in un giorno solo? È presto detto: nella dispensa del ristorante di Al c'è un varco temporale (la tana del coniglio) che porta nel 1958 e ogni volta che si torna indietro, nel 2011, sono passati solo 2 minuti, indipendentemente da quanto si è rimasti nel passato. Da qui l'idea di Al: il '58 non è poi lontano dal '63 e cosa potrebbe cambiare salvando al vita all'allora presidente Kennedy? Si salverebbero milioni di vite americane evitando la guerra del Vietnam?
Il passato però è pericoloso e non vuole essere cambiato. Al, fanatico del tabacco, ha infatti dovuto cedere a causa di un brutto cancro ai polmoni e ha dovuto fare ritorno al nostro tempo. Ora tocca a Jake tornare nella "Terra di Allora" e viverci per 5 anni, sventare l'attentato a Kennedy e poi tornare nel presente per vedere i risultati del suo operato.
Parte così l'epopea di Jake, buttato in un mondo "estraneo" (quando un'automobile costava 350 dollari e non esistevano internet, computer o telefoni cellulari) nel quale dovrà passare anni e costruirsi da capo una vita.


La descrizione qui sopra è solo l'incipit, le prime 100 pagine circa del libro e ormai ci può risultare una storia abbastanza banale. Una volta finito di leggere questa manciata di pagine (e anche altre volte più avanti) ci si domanda cosa diavolo ci possa essere nelle successive centinaia visto che ormai sembra che manchi poco alla conclusione. Eppure King ci stupisce, perché le restanti 600 pagine sono un diario o un Grande Fratello puntato solo su Jake e su ogni aspetto della sua vita negli anni '58-'63. "Vivremo Jake" e la bravura di King riuscirà a catturarci e trasmetterci amore e odio, coraggio e paura, felicità e amarezza.
L'autore stavolta non ha puntato sulla trama, ma sulla ricostruzione storica quasi maniacale: leggendo quest'opera veniamo catapultati indietro di mezzo secolo per vivere (o rivivere) quegli anni (vita quotidiana, mentalità, tecnologia, ecc), stupendoci di quanto possano sembrarci strani e quasi "alieni" (come li definisce Jack inizialmente) quei tempi.
Lo stile di King in quest'opera è stupefacente, con una capacità narrativa che arriva a vette altissime, forse mai raggiunte dall'autore prima d'ora. King descrive ogni dettaglio, intrecciando persone, emozioni, fatti e misfatti con grande abilità e senza cadere nel difetto dell'eccessiva prolissità o nel ristagno degli eventi che a volte affliggono le sue opere (ok, forse verso metà libro il Re si avvicina al ciglio del malefico pantano, ma si salva egregiamente come se niente fosse).
King viene spesso definito il "re dell'horror", ma stavolta non ci saranno orrendi mostri o alieni o tutti gli elementi paranormali che di solito l'autore ci butta in faccia nei suoi libri, qui l'essenza del male è sottile e appena percepibile, che sia una forza occulta che avvolge Dallas o la rabbia di un ometto (Oswald) che commetterà in gesto che cambierà il mondo, stavolta è la crudeltà del quotidiano il centro dell’orrore.
Una nota stilistica, i capitoli del libro sono molto corti e, nonostante il loro numero, ognuno di essi finisce con un cliffhanger o con una frase ad effetto che ci incoraggiano (obbligano?) ad andare avanti, ormai immersi in questa fantastica opera e incapaci di riemergerne se non dopo la parola fine.


Citazioni:
È la maledizione dei lettori: ci facciamo sedurre da una buona storia, anche nei momenti meno opportuni.
22/11/’63 - Stephen King

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