mercoledì 25 marzo 2015

[Recensione] I Vermi Conquistatori - Brian Keene



Titolo: I Vermi Conquistatori
Autore: Brian Keene
Editore: Mondadori (Urania)
N° Pagine: 251
ISBN-10: -
Genere: Horror
Data di pubblicazione: 07/2014








Alcuni lo chiamano Armageddon, altri Ragnarok, altri Apocalisse, ma è comunemente conosciuta come “fine del mondo”. Solo che nessuno se l’era immaginata così.
Da più di 40 giorni piove su tutto il pianeta, che sia una violenta tempesta o una leggera pioggerella, l’acqua non ha mai smesso di cadere, allagando completamente la Terra e spazzando via il genere umano. Solo le cime delle montagne o i grattacieli più alti resistono, isole sparse in un unico, enorme oceano. Sulla cima di uno di questi monti troviamo Teddy Garnett, un ottantenne ancora in gamba che cerca di sopravvivere al diluvio, attanagliato dal dolore lontano, ma ancora forte, per la perdita dell’amata moglie e dalla dipendenza alla nicotina, sostanza ormai impossibile da recuperare. A lui si aggiungerà presto Carl, il suo migliore amico. Insieme dovranno affrontare creature che sembrano sbucate fuori da un incubo: enormi vermi bianchicci, puzzolenti e affamati di carne, spinti in superficie da chissà cosa.
Ben presto ai due anziani si aggiungeranno Sarah e Kevin, scampati anche loro da un diverso pericolo, ma altrettanto mostruoso.
Le enormi creature d’incubo non sono però l’unico pericolo: satanisti, demoni, stregoni e magia nera popolano ormai la Terra. La fine del genere umano è ormai vicina oppure c’è sempre un sottile filo di speranza?

Quest’opera horror si colloca a metà strada tra King e Lovecraft. Dal primo l’autore prende le atmosfere cupe, il cinismo e i personaggi ben orchestrati, mentre dal secondo attinge a piene mani per mostruosità orrorifiche, antichi riti e follia (non a caso, Keene cita più volte proprio il solitario di Providence).
L’autore prende spunto anche dalla Bibbia (e come non potrebbe, vista l’apocalisse che ha creato?), dando ai suoi mostri i nomi di creature degli antichi miti biblici tratti dal libro di Giobbe: il Leviatano e Behemot.
Il libro è strutturato in tre parti, tutte narrate in prima persona: nella prima parla Teddy raccontando di sé stesso e Carl alle prese con i vermi, nella seconda Kevin narra della sua esperienza e i mostri marini a cui sono sfuggiti lui e Sarah. Nell’ultima, narrata sempre da Teddy, si ritorna sulla cima della montagna dove i quattro devono fronteggiare nuovamente follia e mostruosità.
L’unione delle tre parti forse è un po’ forzata, il racconto centrale è totalmente slegato dal resto del libro, ma si inserisce bene nel contesto generale “fine del mondo” e soprattutto serve a farci conoscere due dei quattro personaggi del libro.
Nonostante questo stacco, l’attenzione del lettore è sempre alta e la storia non manca mai un colpo, tenendoci incollati dalla prima all’ultima pagina.
Ritornando ai paragoni con i due mostri sacri del genere horror citati all’inizio, è impossibile non fare l’accostamendo dell’opera di Keene con il racconto “La Nebbia” di King e il ciclo di Chtulhu di Lovecraft. Se li avete già letti e vi sono piaciuti o se amate l’horror in generale, non potrà non piacervi anche questo libro.



Citazioni:
«Ho paura di credere» bisbigliò Sarah. «Perché ho paura di quello che significherebbe.»

Perché perdere tempo a scrivere di quanto è doloroso scrivere? Semplice, perché va fatto.

Rammentai a me stesso che non potevano esserci ombre visto che non c’era più la luce del sole, e prontamente mi dissi di chiudere la boccaccia. Me stesso fu d’accordo con me.

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