lunedì 15 febbraio 2016

[Recensione] La Dimora Fantasma - Steven Erikson

Titolo: La Dimora Fantasma
Autore: Steven Erikson
Serie: Il Libro Malazan dei Caduti vol. 2
Editore: Armenia
N° Pagine: 860
ISBN-10: 883443028X
Genere: Epic fantasy















A cura di Diego (Joker 4)

Tra quei  lettori che hanno deciso che Il Libro Malazan dei Caduti sia una storia da meritare per una seconda 
volta la loro attenzione probabilmente ci siete anche voi che leggete queste righe. Se vi state chiedendo se sia o meno la scelta giusta, le pagine di Steven Erikson vi daranno la risposta che cercate. Attendere una risposta 
affermativa ad ogni costo è quanto mai azzardato visto che Erikson prende tutto ciò di cui è composto I Giardini 
della Luna e lascia che esploda in questo secondo capitolo. Andiamo per gradi.

Nel continente di Sette Città sta per nascere una rivolta in seno all'Impero Malazan, pochi mesi dopo le guerre 
di Genabackis. I rivoltosi di tutto il continente sono in fermento per il possibile arrivo di Dryjhna, l'ascendente 
portatrice dell'Apocalisse, incarnata nella donna di nome Sha'ik. 
Mentre sullo sfondo si dipanano gli eventi della guerra, il Violinista e Kalam scortano il ladro Crokus e la 
pescatrice Apsalar nella terra di Ehrlitan via nave, promettendo loro che la loro destinazione finale sarà Quon 
Tali, la terra natale della ragazza. Tuttavia le intenzioni degli ex Arsori di Ponti sono altre, dopo lo scioglimento 
del loro gruppo armato a Genabackis. 
Felisin Paran è anch'essa in viaggio dallo stesso continente verso Sette Città, imprigionata insieme ad altri nobili e condotta su una nave di schiavi secondo il volere di Laseen, attuato dal nuovo Aggiunto dell'Impero: Tavore Paran, sorella maggiore di Felisin.




A cura di Diego (Joker 4)

Il secondo tomo delle storie Malazan cambia aspetto per alcuni dettagli. La Dimora Fantasma è un seguito e 
temporalmente si posiziona dopo gli eventi del primo libro, eppure le storie sono completamente nuove, il 
continente è cambiato e le vite di cui si narra sono altre, eccezion fatta per i protagonisti in viaggio da 
Darujhistan (e ovviamente Laseen e chi le sta intorno). Non vedremo dunque molti dei personaggi già 
comparsi e le vicende ad essi legate sono per il momento rimandate.
Erikson cambia gli spazi e li amplia a dismisura. Siamo nelle terre desertiche e polverose di Sette Città, il cui 
cuore è il bruciante deserto di Raraku. In questo contesto si svolgono tante vicende lontane giorni e giorni di 
cammino le une dalle altre e profondamente diverse tra loro. Infatti se da una parte seguiremo le avventure di 
coloro i quali hanno tagliato i ponti con l'Impero (Violinista e Kalam), dall'altra vivremo la crudeltà della guerra 
attraverso gli occhi dello Storico Imperiale Duiker. L'epica della guerra sullo sfondo porta avanti le sorti 
dell'Impero di Laseen, mentre in primo piano le avventure di singoli uomini e donne srotolano il gomitolo di 
misteri  in ombra; il tutto è sempre condito da dosi massicce di magia ma meglio spalmate rispetto al 
precedente capitolo.
La compagnia del Violinista e le vicissitudini di un paio di volti nuovi, Mappo e lo Jahgut Icarium, approfondiranno la componente magica della saga e tutti i relativi costrutti intorno ad essa, a partire dalla costruzione magica di nome Azath comparsa alla fine del precedente racconto ma mai approfondita.
L'autore continua a seminare molliche di pane come fossero indizi che a rigor di logica dovrebbero portare ad 
una risposta, la quale tuttavia sarà foriera di ulteriori domande. Erikson spiega ma mette in costante discussione ciò che crea, lasciando che sia il lettore a ricostruire parte del suo mondo.
Ciò che non sta scritto tra le righe è dunque importante. Ma non dimentichiamoci della scrittura: le parole su carta (su schermo per chi sceglie il digitale) mostrano un netto miglioramento rispetto al precedente lavoro. Il
libro scorre bene, supportato da una scrittura evidentemente migliorata e più equilibrata nella scelta delle 
descrizioni e dei dialoghi. Inoltre la gestione degli eventi si fa più chiara ed è più semplice seguire anche i 
momenti che Erikson vela di mistero e a volte non spiega affatto, lasciando nella pagina un vuoto di dubbi e 
supposizioni, senza generare frustrazione nel lettore (o almeno a coloro che hanno imparato a conoscerne i 
modi). Si consiglia di seguire bene gli eventi e affidarsi, per quanto serva, ai glossari all'inizio e in appendice del libro.
Il testo non è esente da difetti, uno tra questi ancora una generale confusione (a voler essere pignoli) in alcuni 
punti della trama che spezzano il racconto e affaticano la lettura*. Fortunatamente l'autore tira bene i fili dietro alle sue creazioni e i point of view non si accalcano sconclusionatamente, tagliando la lettura in momenti che 
esaltano la sospensione del racconto.
La Dimora Fantasma conferma gli ottimi propositi solamente intravisti col primo libro, ed esalta l'enorme 
mondo di Malaz, riempiendolo di ulteriori sfaccettature. A fine lettura saranno i dubbi e la voglia di leggerne 
ancora a tormentarvi.

*Tali problemi potrebbero anche derivare dalla traduzione italiana, ma non avendo visionato il testo originale 
non posso pronunciarmi. Nell'edizione Armenia sono tuttavia presenti refusi numerosi.



A cura di Beps (Kaladin)

Continua il mio viaggio nel mondo Malazan di Erikson con il secondo capitolo della sua opera LA DIMORA FANTASMA.
Dopo gli eventi avvenuti nei “Giardini” l’autore cambia continente e ci si ritrova a Sette Città, sull’orlo di una ribellione.
Se nel primo libro ci ho messo 200 pagine per iniziare a comprendere il mondo (davvero complesso) creato da Erikson qui ce ne sono volute solo una 30ina, merito di uno stile di scrittura sicuramente cresciuto e di un tema e una situazione molto più drammatica rispetto al primo.
La dimora fantasma non è un libro semplice, non lo è perché determinate situazioni l’autore dipinge delle scene al limite con l’horror, il sangue scorre a fiumi, la violenza è perseverante toccando apici che poche volte ho letto (Abercombie è violento, ma la sua violenza è sempre condita con distaccata ironia).
Quando parte la ribellione è un tumulto, una lettura mozzafiato dove la fuga tra atroci massacri non da un attimo di tregua. La guerra, non intesa come guerra di conquista, ma intesa come ribellione contro il conquistatore, contro gli occupanti, è peggio di qualsiasi altra cosa, perché cova vendetta, cova rancore e quando si scatena non esistono regole militari o onore. Esistono massacri senza obiettivo, donne, vecchi, bambini.
L’ultimo esercito Malazan, comandato da Coltaine (assolutamente immenso, che spettacolo) ha un compito impossibile, scortare i civili alla salvezza… la catena dei cani, come verrà poi chiamata. La sua marcia, la sua resistenza, le difficoltà, morte e salvezza, vendetta e redenzione con un epilogo maestoso (l’arrivo ad Aren ti strappa il cuore). Il tutto raccontato da Duilker (anche lui che personaggio!) storico imperiale con una maestria che nel primo libro è mancata. Infatti questa volta Erikson non tralascia le descrizione, determinate situazioni non le scrive le dipinge
Assistiamo poi alla fuga di Felisin ed Heboric, una fuga ai limiti dell’umano dove la loro sete, la loro sofferenza buca le pagine è però questa la storyline che abbassa il voto finale del libro, perché Erikson qua cade nel difetto di essere troppo fumoso e poco chiaro. La fuga dalle Cave di Otataral, il viaggio fino alla costa, il salvataggio da parte di Kulp e il ritrovamento della Silanda (horror allo stato pure, un atmosfera di paura che mi sfiorava il collo) poi però inizia a perdersi e si ha l’impressione di aver saltato qualche passaggio..
C’è anche da menzionare il viaggio di Mappo e Icarium, il sentiero della mani e la ricerca di Tremorlor
Tornano poi alcuni personaggi letti nel primo, il Violinista, Kalam, Apsalar e Crokus.
Kalam si rivela un personaggio straordinario, la sua missione e il suo viaggio, le sue azioni..
Il violinista con la sua umanità è un altro che ti entra dentro.

Insomma tantissima carne al fuoco, mai noioso, mai banale con dei passaggi e delle situazioni ai confini con l’horror.. il finale poi è epico, mostruoso e non tutti i misteri verranno chiaramente rivelati (anche se molti riferiti al primo libro sono stati chiariti).
Ci sarebbero molte altre cose da dire (stiamo parlando di un libro di 900 pagine) ma mi fermo per non iniziare a divagare, FANTASY PURO, bellissimo, cattivo e adulto. 4 stelle e mezzo (perché odio non aver capito determinati passaggi).






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