venerdì 18 settembre 2015

[Recensione] Il Principe dei Fulmini - Mark lawrence



Titolo: Il Principe dei Fulmini
Serie: Trilogia dei Fulmini
Editore: Newton Compton
N° Pagine: 347 (su 921 del volume unico),
ISBN-10: 8854178802
Genere: Dark/low fantasy














Alla tenera età di 10 anni, il piccolo principe Jorg fu testimone di un evento terribile. Lui, il fratellino Will e la madre subirono un agguato da parte dei soldati di un regno nemico confinante.  Sfuggito per miracolo ai soldati, Jorg finì in un cespuglio di rovi, intrappolato. Dalla sua pungente prigione, il bambino assistette allo stupro e alla morte della madre e alla cruda e violenta fine del fratello. Quest’evento cambiò per sempre la sua vita.
Poco dopo l’episodio, Jorg fuggì dal castello sua dimora e si unì ad una banda di fuorilegge e tagliagole, viaggiando per il paese per quattro lunghi anni. Infine, diventato ormai ragazzo, decise di tornare alla casa paterna, ma li scoprì che la vita come la conosceva ormai era scomparsa da tempo. Cosa fare per riguadagnare la fiducia e l’amore del padre? Accettare la missione suicida che il re gli ha affidato? Portare avanti il suo piano di vendetta contro l’assassino del fratello? E chi è quella strana e misteriosa figura, il nuovo consigliere del padre?





Sporco, puzzolente, crudo, violento e sanguinoso sono gli aggettivi che più si adattano a questo libro. L’autore ha preso la violenza e la fragilità della vita dei personaggi che il famoso George Martin ci ha fatto conoscere e li ha elevanti all’ennesima potenza.
Jorg è l’antieroe per eccellenza: sanguinario, violento, senza scrupoli che non si ferma davanti  a nulla per raggiungere il suo scopo, uccidendo a sangue freddo anche un amico, se questo può dargli il minimo vantaggio. Va detto però che, nonostante la violenza gratuita di cui trasuda ogni pagina, ogni mossa del protagonista è ben ponderata ed escogitata. Jorg, anche se ancora giovane, non è uno sprovveduto ed è invece scaltro e intelligente, anche se di carattere volubile. Non per nulla è il personaggio meglio caratterizzato dell’opera, mentre i secondari si avvicinano spesso a vari stereotipi.
Il punto dolente del libro è sicuramente la trama: un abbozzo di guerra e inganni, con qualche fragile colpo di scena. Maggior spazio invece viene dato all’azione e ai combattimenti, cosa che sicuramente aiuta a finire il libro in poco tempo e con scorrevolezza, ma senza poi lasciare traccia nel lettore (se non le cattiverie da maniaco psicopatico di Jorg). Anche l’inizio del libro è abbastanza ostico, veniamo catapultati in un mondo di cui non sappiamo nulla e circondati da svariati personaggi solo abbozzati. Una volta superata qualche decina di pagine, la lettura poi è solo in discesa.
Insomma, non è un romanzo per chi ama le trame intricate, per chi vuole un cattivo che cerca inconsciamente la redenzione o per i deboli di stomaco, ma se vi accontentate di un personaggio veramente cattivo e di tante battaglie approcciate con inganni e bugie, potete apprezzare questo primo libro della trilogia.
Ultima nota sul titolo: in inglese è Prince of Thorns, cioè Principe delle Spine, che ha un significato molto profondo per il protagonista.





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