martedì 1 settembre 2015

Il Cosmoverso di Brandon Sanderson - Parte 2: Worldhoppers



Nella precedente guida abbiamo cominciato ad esplorare il Cosmere creato dalla prolifica mente di Brandon Sanderson.
Oggi la guida del buon Ishamael si concentra sulle misteriose figure dei Worldhoppers.
Dato che l'argomento richiederà di citare particolari eventi all'interno di vari romanzi di Sanderson, sconsiglio la lettura a tutti coloro che devono ancora cimentarsi (o hanno appena iniziato) nelle opere di: Elantris, Trilogia di Mistborn, Il Conciliatore e le Cronache della Folgoluce (La Via dei Re; Parole di Luce)

***ATTENZIONE SPOILER***

Chi sono i worldhoppers?

Sono un gruppo di personaggi che hanno scoperto un modo [1] per viaggiare tra i mondi del Cosmere. Questa possibilità non è un aspetto banale, specie se si considera quanto gli Shardworlds siano profondamente differenti tra loro. Al momento, gli obiettivi di questi personaggi sono avvolti dal mistero e le loro manovre si svolgono "dietro le quinte", ad un livello che non va ad incidere sulla trama principale dei libri.

Andiamo ad esaminare più nel dettaglio l’identità di questi personaggi:


1) Nazh


Nazh fa il suo esordio nel volume 2 delle Cronache della Folgoluce.
Il suo nome spunta fuori in uno dei primi disegni che arricchiscono il romanzo: “Tatuaggi del Ponte Quattro”. Nella nota, Nazh spiega ad un suo amico che ha dovuto spendere diverse ore per riuscire a copiare i glifi che adornano i pontieri.

Fin qui nulla di particolarmente anomalo: i pontieri liberati potrebbero aver suscitato la curiosità di qualcuno, di un certo Nazh, che potrebbe aver ritratto i loro tatuaggi.
Non significa certo che sia un Worldhopper!

Non è così.

Nazh infatti spunta di nuovo qualche capitolo dopo, questa volta in una mappa, quella delle Terre Gelide meridionali.
Il nostro amico è riuscito nell’impresa di segnare il punto esatto in cui Shallan è approdata, dopo l'attacco dei Sanguispettri alla Piacere del Vento. Notevole, se si pensa che la stessa Shallan ha solo una vaga idea di dove sia finita. Come ha fatto? La faccenda è strana.

E continua a peggiorare.

Meno di una decina di capitoli dopo, nel disegno “Bozzetti di Shallan: Motivo” Nazh fa ritorno, per farci sapere che è andato sul fondo dell’oceano di Roshar per recuperare quel disegno.

Fino a quel momento non c’è nessuno su Roshar che abbia dimostrato capacità così vaste.
Il dubbio rimane ma il romanzo procede per la sua strada finché, nel capitolo 31 non succede una scena piuttosto bizzarra:

Notò Roccia che cacciava via un uomo allampanato con una veste da fervente.
«Che è successo?» chiese Kaladin, afferrando il Mangiacorno mentre passava.
«Quello» disse Roccia. «Continua a ciondolare qui con un quaderno da disegno. Vuole disegnare pontieri. Ah! Perché siamo famosi, vedi.»
Kaladin si accigliò. Strano comportamento per un fervente... ma del resto tutti i ferventi erano strani, fino a un certo punto.

E’ il nostro uomo, intento a realizzare il disegno visto nei capitoli iniziali.

Ad aggiungere grattacapi su grattacapi ci pensa un ultimissimo disegno, che segue a ruota l’epilogo, e che rappresenta il Ketek di Navani.
E chi lo ha recuperato/copiato? Nazh. Di nuovo.

Fin qui vi è stato detto di un personaggio notevole e misterioso ma…perché è un worldhopper?
Per alcune mappe presenti nelle nuove edizioni di Mistborn e della Legge delle Lande (realizzate in tempi non sospetti). Guardate il nome nelle note…




Nazh è stato sia su Roshar (come lungamente trattato) che su Scadrial, il mondo di Mistborn. Resta da capire il ruolo e gli obiettivi del “famoso” amico a cui Nazh si rivolge.


2) Burbero, Schietto o Pensatore?

Nell’interludio 1 della Via dei Re, nella suggestiva ambientazione del Purolago facciamo la conoscenza di un pescatore chiamato Ishikk.
L’uomo sta collaborando con tre misteriosi personaggi [2], ai quali ha affibbiato tre nomignoli –Burbero, Schietto e Pensatore, appunto-che da qualche mese stanno cercando un uomo di nome Hoid di cui forniscono anche una veloce descrizione:

“…con capelli bianchi, lingua scaltra e volto da freccia”

Ishikk dice loro che le sue ricerche sono state infruttuose; i tre, dopo un breve confabulare, se ne vanno…ma prima di varcare la soglia uno di loro, Burbero, dice:

«Dove sei, Errante? Che ricerca folle è questa.» Poi aggiunse nella propria lingua: «Alavanta kamaloo kayana.»

Alavanta kamaloo kayana.
Questa frase può facilmente passare inosservata. In fondo, fino a cinque minuti prima, il lettore veniva bombardato con i concetti di Nu Ralik e Vun Makak, che ci sarebbe di strano nell’ennesima lingua esotica?
Nulla, in effetti.
Tranne il particolare che quella lingua non è affatto esotica! Sanderson l’ha già utilizzata in un’altra opera…

«Trenta giorni? Sule, tu sei kayana.»

Sule?
Ma certo. Elantris!
E il personaggio che era solito usare quel linguaggio era Galladon.
Ma se Burbero è in realtà Galladon, un elantriano, chi sono gli altri due?

Schietto a quanto pare è un personaggio che apparirà nella saga di White Sands [3]

Pensatore è invece Demoux della saga di Mistborn.

E perché sono su Roshar per inseguire questo Hoid? Ah, saperlo...


3) Una spada…aliena?

Nel capitolo 88 di Parole di Luce, Szeth viene salvato per il rotto della cuffia da Nin, Araldo della Giustizia. L’uomo lo prende sotto la sua ala e gli dona una spada:

«Ho portato una Stratolama per te. Una che si adatta alla perfezione al tuo incarico e al tuo temperamento.» Gettò la sua grossa spada a terra. Slittò sulla pietra fino a fermarsi davanti a Szeth. 
Non aveva mai visto una spada con un fodero di metallo. E chi infoderava una Stratolama? E la Lama stessa... era nera?
Salve, disse una voce allegra nella sua mente. Ti piacerebbe distruggere qualche malvagio oggi?

Alt! Tutto questo non ci è nuovo. Suona familiare.

Ed è proprio così:

[…]rivelando una spada dalla lama lunga e sottile contenuta in un fodero d’argento. L’elsa era completamente nera.

[...]Una spada nera. L’arma, con il fodero argenteo era stata conficcata nel terreno.


Si tratta di Sanguinotte, la spada di Vasher, uno dei protagonisti del Conciliatore. Come è finita su Roshar? Ah, saperlo…


4) Uno strano fervente

Riprendiamo il concetto di fervente.

In Parole di Luce ne conosciamo uno, di nome Zahel, che ha insegnato ad Adolin l’arte del combattimento e si appresta a fare altrettanto con Renarin.
Nel corso del libro questo personaggio si lascia ad andare a curiosi comportamenti e azioni che seminano dei dubbi sulla sua identità.
Quello che viene fuori dalla disamina degli indizi è che Zahel sia in realtà Vasher, protagonista del Conciliatore.

Andiamo a vedere:

C’era qualcuno vicino.
Zahel si svegliò, spalancando gli occhi e sapendo
all’istante che qualcuno si stava avvicinando alla sua stanza.
[..]L’aria era umida. Oh, giusto. Era arrivata una di quelle tempeste, Infusa fino all’elsa e in cerca di un posto per conficcare tutto quanto. Maledette tempeste. Un giovane, con la mano sospesa per bussare, balzò indietro dalla sorpresa quando la porta si aprì. Il pontiere diventato guardia del corpo. Quello con lo spren che Zahel percepiva sempre girargli attorno. (Parole di Luce, Interludio 6)

Un passaggio molto strano. In ordine:
- Zahel si accorge di Kaladin prima che questo bussi alla porta, tanto che lo coglie con la mano a mezz'aria. Ha dei sensi davvero straordinari.
- Parla in termini anomali delle altempeste
- Sa che Kaladin ha uno spren, ma attenzione: non lo vede, lo percepisce. Una curiosa scelta di parole.

Nel mondo di Nalthis, accumulando un numero sufficiente di soffi si può accedere ad un’abilità nota come Prima Elevazione. Grazie ad essa, l’individuo ha una percezione potenziata della vita intorno a sé. Ecco perché Zahel riesce ad anticipare Kaladin. Ecco come fa a percepire Syl. Ecco come riesce a percepire il potere delle tempeste.

Si aspettava una voce che parlasse nella sua mente mentre si assopiva. Naturalmente non ce ne fu nessuna. Erano anni che non c’era.(Parole di Luce, Interludio 6)

A cosa allude? Ad uno spren? Zahel era un radioso? Se assumiamo che Zahel è proprio Vasher, allora sta parlando di Sanguinotte.
Come e perché si è separato dalla spada? Ah, saperlo..

Ruotò e lanciò l’arma, concentrandosi come Zahel gli aveva insegnato anni prima, mandando un’istruzione diretta alla Lama, immaginando quello che lui voleva che facesse. (Parole di Luce, capitolo 35)

Curioso. Quale spadaccino insegna a “dialogare” con la propria spada? Considerate che tra gli alethi nemmeno Kaladin sa della vera natura delle Stratolame (rivelazione che gli viene fatta solo nei capitoli finali del romanzo).
I consigli di Zahel allora come si spiegano?
Se si suppone che Zahel sia Vasher, la situazione è meno bizzarra. Su Nalthis infatti è comune dare istruzione ad oggetti "risvegliati" per fargli fare qualcosa.

Zahel aveva tracciato un cerchio nella sabbia e vi stava gettando dentro piccole pietre colorate. (Parole di Luce, capitolo 44)

E’ un gioco strano nei regni vorin, dove invece sono i “giochi d’ azzardo” ad andare per la maggiore.
Tant'è che Yake, uno dei pontieri, si avvicina per guardarle meglio, come se non avesse mai visto il gioco.
Se Zahel è Vasher questo si spiega più facilmente: il gioco ricorda il Tarachin, praticato su Nalthis.

«Sei mai stato al Purolago, pontiere?» chiese Zahel.
«No» disse Kaladin. «Uno dei miei uomini ne parla, però.»
«Cos’hai sentito?»
«È un oceano così poco profondo che lo puoi guadare.»
«È estremamente poco profondo» disse Zahel. «Come una baia sconfinata, solo pochi piedi di profondità. Acqua calda. Brezze calme. Mi ricorda casa. Non come questo posto freddo, umido e dimenticato da dio.» (Parole di Luce, capitolo 81)

Da come parla è chiaro che Zahel non è originario dei Regni Vorin. E già questo dovrebbe far riflettere.
Ma Zahel non dice che il Purolago è la sua casa: gliela ricorda. Che Zahel sia un Iriali o un Rishi? Non ne ha i tratti somatici. E dunque?

L'affermazione si spiega se si assume che Zahel sia Vasher. Hallandren, la sua patria, è una regione tropicale, più volte descritta come paradisiaca.

«Sei davvero una persona irritante, Zahel. Te ne rendi conto?»(Parole di Luce, capitolo 81)
Manco a dirlo anche Vasher è un uomo burbero.

E che dire dei suoi strani modi dire?
[..] Rosso sulle orecchie,
[..] Come vernice azzurra fresca su una parete.

Sono tutti basati sui colori, e sappiamo bene che su Nalthis i colori permeano ogni aspetto della cultura.

Kaladin restò lì sotto la pioggia. «Sai dov’è l’Arguzia del re?»
«Quel folle, Polvere? Non qui, per fortuna. (Parole di Luce, capitolo 81)

Polvere?
Già, polvere. Il riferimento non è casuale.
Nel Conciliatore infatti, Hoid racconta una storia ai protagonisti proprio tramite l’ausilio di particolari polveri. E non è tutto.
Nella prima stesura del libro, Sanderson voleva nascondere Hoid sotto lo pseudonimo di “Polvere” ma alla fine ha rinunciato. Un piccolo omaggio?


5) Spettri...di altri mondi
Su Roshar si trova un'organizzazione segreta nota come Sanguispettri che persegue obiettivi non ancora chiari.
I Sanguispettri sembra che rispondano agli ordini di Mraize e Iyatil.
Guarda caso, i due sono anche worldhoppers.[4]
Ci sono indizi che lo lasciano intuire?

Sì.

Quando Shallan arriva nel nascondiglio dei Sanguispettri ed incontra per la prima volta Mraize, nota che nella sala ci sono diversi “trofei”.

La parete destra era quella che ospitava il maggior numero di trofei, incluse diverse enormi cuorgemme. Tutte assieme, quelle probabilmente valevano più dei terreni di suo padre. Per fortuna non erano infuse. Perfino grezze com’erano, probabilmente dovevano brillare tanto da abbagliare. C’erano anche gusci che Shallan riconosceva vagamente. Quella zanna probabilmente apparteneva a uno spinabianca. E quell’orbita sembrava spaventosamente vicina alla struttura del cranio di un santhid.

Cuorgemme. Zanna di spinabianca. Un Santhid. Tutti trofei certamente di Roshar e quindi poco interessanti. Andiamo avanti:

Una fiala di sabbia pallida. 
Sabbia pallida. Che sia un trofeo dal mondo di White Sands?

Un paio di forcine spesse. 
Qui la traduzione è un po' rognosa.
L’ipotesi più interessante è che in realtà siano spuntoni emalurgici, provenienti da Scadrial.

Una ciocca di capelli dorati.
Un riferimento a Nalthis, dove esistono le “Ciocche reali”

Il ramo di un albero con sopra una scritta che lei non sapeva leggere. 
Un trofeo proveniente da Elantris, dove simboli e scrittura hanno un ruolo centrale?

Un coltello d’argento. 
Con molta probabilità è un omaggio al mondo che Sanderson descrive nella raccolta di racconti curata da Gardner Dozois (disponibile nella Biblioteca!). Qui l'argento ha un ruolo importante e guarda caso si parla anche di un pugnale...

Uno strano fiore preservato in una specie di soluzione. 
Anche questo è possibile che venga da Nalthis. Potrebbe essere una delle Lacrime di Edgli.

Quel pezzo di cristallo rosapallido sembrava poter essere un tipo di gemma, ma perché era così delicato? Alcuni frammenti si erano sfaldati nella sua custodia, come se semplicemente posarlo lì l’avesse quasi frantumato.
Questo cimelio credo che provenga da Yolen.
Nel romanzo-prototipo (passatemi il termine) “The Liar of Partinel” si fa un riferimento a dei cristalli rosa particolarmente fragili.

In conclusione: Mraize ha visitato molti mondi. Un personaggio del genere che piani avrà in mente per Roshar?
Ah, saperlo...


6) Mi piace questo Arguzia!
Avete colto la citazione?
Su Roshar si fa chiamare Arguzia ma il suo vero (per modo di dire…) nome è Hoid. E’ un personaggio ricorrente del Cosmere dato che è comparso in ogni avventura ambientata in questo universo. Vediam in che modalità:

Elantris
«Assicurati di consegnarle queste stanotte» disse Sarene, chiudendo il coperchio sull’ultima scatola di provviste.
Il mendicante annuì, lanciando un’occhiata carica di apprensione verso le mura di Elantris, che si trovavano solo a pochi piedi di distanza.
«Non devi avere così paura, Hoid» disse Sarene. «Avete un nuovo re ora. Le cose cambieranno ad Arelon.»
Hoid scrollò le spalle. (Elantris, capitolo 58)

Hoid si presenta come un mendicante che aiuta Sarene a introdurre le armi nella città di Elantris. E’ interessante che Sarene nel dialogo che segue noti il suo “tono scaltro”.

Mistborn
«Mi occorre sapere qualcosa, informatore» disse Kelsier. «Ma prima devi giurare di non parlare mai a nessuno di questo incontro.»
«Ma certo, mio signore» fece Hoid.

Hoid, nell’Ultimo Impero svolge il ruolo di informatore. Ma non uno qualunque: lui è semplicemente il migliore.

Nel 2° romanzo, invece, Hoid non compare.
Originariamente, Hoid doveva svolgere un ruolo più prominente, ma alla fine Sanderson decise di tagliare le scene che lo coinvolgevano e di concentrarsi sulla trama principale. In sostanza, come S. ha spiegato in un Q&A, Hoid si è recato a Terris per cercare il Pozzo dell'Ascensione. E’ in quella terra che passa tutto il tempo, finché non capisce che il Pozzo si trovava proprio sotto il suo naso, a Luthadel. S’infiltra quindi nel Pozzo, rompe i vasi che si trovano nella stanza e si defila con quello che cercava, prima che arrivino Vin ed Elend.

Nel campione delle ere, Hoid torna al suo mestiere di informatore e questa volta è Vin a doversi incontrare con lui:
Scelse un informatore di tipo completamente opposto: un mendicante di nome Hoid, che stando a Cett poteva essere trovato in una certa piazza a notte fonda. (Il Campione delle Ere, capitolo 27)

In questa scena accade un fatto curioso. Vin, infatti, alla fine rinuncia a parlare con Hoid, percependo una sensazione di disagio. In quel momento Vin è influenzato da Rovina; è possibile che la divinità abbia agito per evitare che i due s’incontrassero?

Il Conciliatore
Nel capitolo 32, Hoid appare nelle vesti di un cantastorie e narra a Siri i retroscena della storia di Hallandren. La storia viene raccontata con l’uso di polveri ed è talmente utile che Siri successivamente dirà:
Ho fatto venire altri tre cantastorie, ma nessuno di loro aveva informazioni migliori di quelle che mi aveva fornito Hoid.

C’è un altro riferimento che lega Hoid al mondo di Nalthis:
«L’orecchio assoluto» disse Arguzia «rende tutto questo molto più semplice di una volta...» (Parole di Luce, capitolo 59)

E come ben noto, l’orecchio assoluto è proprio un'abilità del sistema magico del Conciliatore.


Cronache della Folgoluce
Hoid si è sistemato alla corte del Re di Alethkar e svolge l’incarico di Arguzia del Re. Il suo nome viene rivelato solo 3 circostanze:
-Da Ishikk mentre pensa all’incarico datogli dai 3 stranieri.
-Durante un dialogo con Dalinar.
-Durante un dialogo con Kaladin.

Io ho abbandonato il mio vero nome. Ma la prossima volta che ci incontreremo, ne penserò uno ingegnoso con cui tu possa chiamarmi. Fino ad allora, Arguzia basterà... o, se devi, puoi chiamarmi Hoid. (La Via dei Re, capitolo 54)


E a proposito del nome Hoid:

«Il vostro nome?»
«No. Il nome di qualcuno che avrei dovuto amare. Ancora una volta, è qualcosa che ho rubato. Noi ladri lo facciamo spesso.» (La Via dei Re, capitolo 57)

Sul ruolo che Hoid sta assumendo nelle Cronache potrei scrivere qualche altro migliaio di parole ma…è meglio fermarsi qui e lasciare le teorie per un altro post.


----

[1] Le teorie si sprecano e sono una più affascinante dell’altra. Molti tirano in ballo lo Shadesmar, visto che sembra sia implicato anche nel potere di teletrasporto di Jasnah Kholin. Vedremo.

[2] E’ interessante che Ishikk faccia notare che l’anatomia dei tre uomini sia strana, rispetto al consueto. Due uomini somigliano a dei Makabaki...ma sono troppo massicci. L'altro somiglia ad un alethi ma..è troppo pallido e ha gli occhi della forma sbagliata.

[3] Confermato dallo stesso Sanderson in un Q&A

[4] Confermato dallo stesso Sanderson in un Q&A

Nessun commento:

Posta un commento