giovedì 28 maggio 2015

[Recensione] Terramare -4- L'Isola del Drago - Ursula K. Le Guin


Titolo: L'Isola del Drago
Serie: Terramare vol. 4
Autore: Ursula K. LeGuin
Editore: Mondadori
N° Pagine: 1486 (volume unico)
ISBN-10: 8804626410
Genere: Heroic fantasy







Dopo aver richiuso il varco verso la “Terra Arida”, Ged, ormai stremato e senza poteri, torna sulla sua isola natale, Gont, in sella all’antico drago Kalessin. Qui tova Tenar, l’ex sacerdotessa di Atuan da lui salvata che, dopo aver vissuto una vita da contadina comunque piena e felice, si è trasferita nella casa del mago Ogion, poichè il vecchio maestro di Sparviero è ormai deceduto.
Insieme a Tenar, Ged trova Therru, una timida bambina che è stata picchiata e gettata nel fuoco dai suoi genitori, per venire poi salvata ed adottata proprio da Tenar.
Ged, intontito e shockkato dalla perdita della magia, si ritira in cima al monte di Gont per non farsi trovare dai maestri di Roke e dal nuovo Re che lo cercano, i primi perché è ancora l’arcimago e il secondo per averlo come consigliere.
Tenar e Therru nel frattempo sono costrette a fuggire da Faina, il padre della bambina, e vengono miracolosamente salvate da Re Arren/Lebbanen, recatosi su Gont per cercare Ged.




Solo una scrittrice potrebbe creare un libro del genere, trasmettendo paura, angoscia e coraggio di una donna che da sola deve badare a se stessa e ad una bambina indifesa, costantemente braccata da uomini malvagi.
Questo di fatto il punto centrale del libro: la violenza contro chi è indifeso e contro i più deboli.
Dito puntato anche sull’egocentricità dell’uomo, che spicca ancor di più nel mondo di Earthsea ancora fermo all’epoca medievale, in società fondamentalmente patriarcali e dove solo gli uomini possono esercitare il Potere (la vera magia) relegando alle donne un ruolo secondario anche in questa disciplina.
Parlando dell’opera in senso più materiale, il libro non ha una vera e propria trama, ma si tratta solo di uno spaccato della vita sull’isola di Gont e dei problemi incontrati da Tenar, un susseguirsi di eventi culminanti nel finale, tutto infatti sembra ruotare attorno alla piccola Therru (vulnerabile, di salute cagionevole, malvista e bistrattata da tutti solo a causa del suo aspetto, ma che nasconde un profondo segreto).
La scrittura della Le Guin qui non eccelle (ha perso a mio avviso la magia che riusciva a trasmettere nel primo libro), ma nemmeno si “inceppa” (come è successo nel libro precedente), rendendo la lettura stabile e tranquilla.






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