sabato 2 maggio 2015

[Recensione] WoT 12 - Presagi di Tempesta - Robert Jordan & Brandon Sanderson



Titolo: Crocevia del Crepuscolo
Serie: La Ruota del Tempo vol. 12
Autore: Robert Jordan & Brandon Sanderson
Editore: Fanucci
N° Pagine: 944
ISBN-10: 8834716760
Genere: High Fantasy







*** Attenzione, la recensione può contenere spoiler dei volumi precedenti ***





Semirhage riesce a liberarsi dalla prigionia delle Aes Sedai e infligge un duro colpo al Drago Rinato, il quale sopravvive a scapito di una parte della sua umanità. Rand diventa così ancor più duro, cupo e privo di emozioni, cosa sottolineata dall’aura oscura che spesso lo circonda. Dopo questo episodio, l’ex pastore si trasferisce nella città di Bandar Eban con il duplice scopo di portare ordine e pace (con la forza) e cercare la Reietta Graendal.
Nel frattempo riesce anche a incontrarsi con Tuon per cercare di stipulare la pace con i Seanchan, ma l’incontro non va come sperato, portando entrambe le fazioni a compiere decisioni molto gravi.
Sempre più frustrato, Rand decide di affrontare Graendal, sfruttando il potere del Choedan Kal, ignorando le persone innocenti uccise durante la lotta e sconvolgendo Min e Nynaeve, testimoni della battaglia.
Visti gli inutili sforzi nel salvare la città, Rand torna a Tear, preparando le sue forze per l’assalto a Shayol Ghul. Qui, a causa a causa degli intrighi di Cadsuane, subirà una violenta crisi, che lo porterà di nuovo a fuggire, questa volta sulla cima di Montedrago, luogo della sua nascita.
La seconda trama principale riguarda Egwene, sempre intrappolata nella Torre Bianca. Qui affronta una prima volta Elayda, ma decide di combatterla con il silenzio. Al secondo incontro, si rende conto che il silenzio non è l’arma adatta per combattere la falsa Amyrlin e risponde a tono, ridicolizzandola davanti alle Adunanti. Elaida risponde con la violenza e fa imprigionare Egwene.

La torre però subisce un violento attacco ed Egwene riesce a organizzare l’unica vera resistenza della Torre contro gli invasori.




Pur narrando le vicende partorite da Jordan, si vede lo stile di scrittura differente di Sanderson. I capitoli sono più corti e ognuno ha un POV differente, rendendo all’inizio la lettura un po’ disorientante. Anche le descrizioni sono poste in modo diverso, per esempio Jordan descriveva nei particolari ogni personaggio incontrato, cosa che Sanderson non fa. Da un lato rende la lettura più scorrevole, dall’altro si perde quell’effetto di immersività che creava sempre Jordan.
Si nota subito che il nuovo autore ha seguito più lo stile che Jordan ha usato nell’undicesimo volume, piuttosto che quello dei volumi precedenti. La trama fa di nuovo da padrone, ormai siamo agli sgoccioli e i colpi di scena sono dietro ogni angolo... e colpiscono forte, da lasciare senza fiato.
Un plauso per come Sanderson ha gestito i personaggi, mantenendone il loro vero io, proprio come li abbiamo sempre conosciuti. A parte Rand. Il Drago Rinato subisce in questo libro una serie di scioccanti episodi che portano ad altrettante variazioni del suo essere. Se alla fine dell’undicesimo volume Rand era una persona in un’armatura d’acciaio, qui perde la sua natura umana, rimanendo un guscio vuoto e inattaccabile. Difficile credere che questo Drago Rinato sia lo stesso allegro e spensierato pastore conosciuto 11 libri fa.
Mentre Rand subisce una trasformazione in base agli stimoli esterni, Egwene trova la sua forza e la determinazione dentro di se. In questi ultimi libri il personaggio di Egwene cresce esponenzialmente, rendendolo uno dei più interessanti da leggere e raggiungendo qui il suo apice.
Non a caso, sono i due maggiori protagonisti del libro. Rand in discesa verso l’oscurità e la distruzione ed Egwene in ascesa verso la luce e la costruzione di una nuova Torre.

Brandon Sanderson è quindi promosso a pieni voti, essendo stato capace di portare avanti un’opera importante come la Ruota del Tempo senza stravolgerne i contenuti, anzi portando quella ventata di aria fresca e velocità di cui i lettori avevano bisogno.



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