giovedì 23 aprile 2015

[Recensione] WoT 04 - L'Ascesa dell'Ombra - Robert Jordan



Titolo: L'Ascesa dell'Ombra
Serie: La Ruota del Tempo vol. 4
Autore: Robert Jordan

Editore: Fanucci
N° Pagine: 1004
ISBN-10: 
8834723171
Genere: High Fantasy








*** Attenzione, la recensione può contenere spoiler dei volumi precedenti ***

Dopo la proclamazione al mondo del Drago Rinato, Rand decide di recarsi nel deserto Aiel per adunare il Popolo del Drago, seguito da Mat, Egwene e Moiraine. Una volta giunto a destinazione, le Sapienti Aiel invieranno Rand nel Rhuidean, un luogo colmo di potere dove attraverso gli occhi dei suoi antenati apprenderà la storia degli Aiel. Nel frattempo Mat entrerà in una porta magica, e un popolo a metà strada tra uomo e volpe gli darà un medaglione, una lancia e antiche conoscenze, ma ad un caro prezzo. Il Rhuidean marchierà Rand con i tatuaggi di due draghi, uno per avambraccio, nominandolo Colui che Viene con l’Alba, capo dei capi Aiel. Ma l’unione del popolo non sarà semplice, come non sarà semplice apprendere la loro cultura.
Perrin dovrà tornare nella terra natale dei Fiumi Gemelli, sotto assedio dei Trolloc e invasa dai Manti Bianchi. La sua amata Faile lo accompagnerà e i due dovranno gestire una situazione a dir poco delicata, ma grazie ai padri di Rand e Mat, riusciranno ad unire la popolazione sotto un’unica bandiera.
Elayne e Nynaeve, accompagnate dal menestrello Thom e dal cacciatore di ladri Juilin, si recheranno nella città di Tanchico, a caccia delle undici superstiti dell’Ajah Nera. La città è in tumulto a causa della guerra, ma una volta riuscite ad entrare nel palazzo della Panarca troveranno le loro nemiche insieme a una dei reietti. Inoltre Nynaeve porterà in salvo uno dei sigilli della prigione del Tenebroso.
Min invece rimarrà alla Torre Bianca, centro del potere delle Aes Sedai e dovrà vivere l’orrore di una rivolta interna alla torre, quando Elaida dell’Ajah Rossa guiderà un violento colpo di stato. 



Non è semplice riassumere in poche righe un libro come L’Ascesa dell’Ombra, il più lungo della serie, composto da mille pagine e pieno zeppo di avvenimenti. Le vicende principali sono tre, quella di Rand, quella di Perrin e quella a Tanchico, ognuna che racconta una storia a se stante, potremmo quasi dire che Jordan ha pressato tre libri diversi in un unico volume.
La scrittura rimane su ottimi livelli, sempre scorrevole e senza rallentamenti ne accelerazioni eccessive. A differenza dei volumi precedenti qui Jordan è stato bravo nel gestire i cambi di POV, creando degli ottimi cliffhanger passando da una storia all’altra lasciando il lettore col fiato sospeso.
Bellissima anche la caratterizzazione del mondo, che si sviluppa sempre più, diversificato e senza mai scadere nel banale o nel già visto. L’autore è stato capace di creare una serie di emozioni e di immagini del deserto Aiel per “sentito dire” nei libri precedenti e qui invece ci accompagna a visitarlo, come un amico che ci ha raccontato di un luogo e poi andare di persona a vederlo. Da questo punto di vista Jordan è un maestro che ben pochi hanno saputo eguagliare.
Parlando più della trama, le avventure narrate sono sempre avvincenti, capaci di farci provare forti emozioni, che sia una battaglia o un semplice dialogo, Jordan fa amare i suoi personaggi, soprattutto Mat e Perrin, che subiscono qui una trasformazione profonda e completa, mentre Rand rimane sempre chiuso in se stesso, oppresso dal ruolo che ha, pressato da tutti i lati e senza nessuno di cui potersi fidare veramente, ma volto a prendere in mano le redini del suo destino.
Ancora più marcate le tematiche di fondo che Jordan propone: la difficoltà nel superare i propri pregiudizi e le difficoltà nell’approcciarsi alle altre persone, che siano il sesso opposto o di una regione straniera.
Se proprio vogliamo trovare qualcosa di negativo in questo libro sono proprio la lunghezza, che allontana tra loro gli episodi delle tre vicende, e l’enormità di fatti, informazioni e nomi che bisogna assimilare nel leggerlo, non alla portata di tutti o di chi vuole una lettura più disimpegnata.
L’unica nota veramente pessima va alla all’editore, probabilmente durante la preparazione di questo volume i traduttori e gli editor erano tutti in ferie... Capita spesso infatti di leggere frasi senza senso, parole o righe intere di traduzione sbagliata, punteggiatura mancante, parole scritte male o nomi di personaggi sbagliati. Certo, ciò non riduce il valore dell’opera in se, ma ne incrina il godimento.


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