sabato 25 aprile 2015

[Recensione] WoT 06 - Il Signore del Caos - Robert Jordan



Titolo: Il Signore del Caos
Serie: La Ruota del Tempo vol. 6
Autore: Robert Jordan

Editore: Fanucci
N° Pagine: 1024
ISBN-10: 
8834723198
Genere: High Fantasy







*** Attenzione, la recensione può contenere spoiler dei volumi precedenti ***





Spodestata dal suo trono da uno dei Reietti, la regina Morgase di Andor si rifugia in Amadicia e trova un inaspettato alleato per la riconquista del trono: Pedron Niall, comandante supremo dei Manti Bianchi.
Rand, ormai signore di Tear, Andor e Cairhien, proclama un’amnistia per tutti gli uomini in grado di incanalare e fonda una scuola, la Torre Nera, come opposto della Torre Bianca delle Aes Sedai. Nella Torre Nera verranno addestrati gli uomini in grado di utilizzare Saidin e a capo di essa ci sarà Mazrim Taim, un Falso Drago mai catturato dall’Ajah Rossa.
Dopo aver appreso il talento del Viaggiare, una specie di teletrasporto, Rand va continuamente avanti e indietro tra Caemlyn e Cairhien per gestire le delegazioni diplomatiche dei due gruppi di Aes Sedai, le ribelli di Salidar e le seguaci di Elaida.
Perrin, ritrovato ora dopo quasi due libri di assenza, sente l’attrazione di Rand come ta’veren e parte dai Fiumi Gemelli insieme alla moglie Faile, Loial e un nutrito gruppo di compaesani per unirsi a Rand.
Egwene invece viene convocata a Salidar e si ricongiunge con Elayne e Nynaeve, che nel frattempo hanno fatto scoperte strabilianti grazie alle conoscenze di Moghedien, la Reietta catturata. Tra queste scoperte, trovano la locazione di un potente ter’angreal in grado di ristabilire il normale tempo atmosferisco, poichè a causa del tocco del Tenebroso, il caldo estivo persiste nonostante sia pieno inverno.
Mat viene inviato da Rand proprio a Salidar, per recuperare Elayne e portarla a Caemlyn per l’inconorazione come regina di Andor, ma al suo arrivo viene invischiato negli affari dell’ Amyrlin Seat appena nominata e deve seguire i suoi ordini.



Il quinto libro era di transizione e il sesto pure. Per una metà abbondante succede veramente poco, o meglio, Jordan gestisce (egregiamente) un numero di personaggi talmente grande che per forza di cose la trama non fa passi in avanti, lasciando Tarmon Gai’don ancora molto lontana. Questo non vuol dire che non ci siano momenti emozionanti (l’arrivo di Mat a Salidar) o importanti (la cura di Nynaeve), ma sono pochi rispetto al numero di pagine. L’autore si è dedicato soprattutto nel farci conoscere ancora meglio i dettagli del suo mondo.
Come ha detto Brandon Sanderson, i romanzi dal quarto al sesto sono legati fra loro in maniera molto più stretta rispetto ai primi tre, quasi come se fossero un unico, immenso, volume. Espandendo la storia oltre ciò che in un primo momento poteva sembrare un semplice viaggio dell’eroe, Jordan ha creato qualcosa di infinitamente più affascinante. Robert ha preferito espandere la trama inserendo dozzine di personaggi secondari e costruendo qualcosa che è molto più vasto e complesso rispetto a quanto sembrerebbe a un primo sguardo.
Tutta questa lentezza, anzi questa ampiezza di respiro, svanisce però nelle ultime pagine. Jordan ormai ci ha abituato a finali pieni di azione, emozione, colpi di scena e suspance, e questo è probabilmente il miglior finale della serie fin’ora.
Voto quindi a metà strada, può essere un capolavoro (a chi piace leggere di un mondo vivo e vedere come evolve) o un pessimo libro (per chi vuole una trama interessante e azione).


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